FONTE http://www.cim-fema.it/web/
E' un mondo variegato quello del motociclismo, un mondo poliedrico con mille sfaccettature che muove migliaia di diversi interessi, diversi punti di vista. Ci sono i bikers duri e puri, orgogliosi dei loro "colori": qualcuno li definisce sporchi, brutti e cattivi, ma così non è se li osserverete bene, se saprete superare i pregiudizi e li vorrete conoscere, hanno un cuore d'oro e lo scoprirete in eventi come quello di Morgex che ricorda Pierlucio Tinazzi detto Spadino, li vedrete commossi con il loro casco in alto e con la visibile difficoltà nel trattenere una lacrima. Le loro cavalcature hanno mille e più cromature e mille e più elaborazioni che le rende tutte personali, destrieri che riflettono il carattere di chi le cavalca.
Ci sono poi gli amanti delle strade sterrate, che soffrono nei trasferimenti su asfalto ma sfogano tutta la loro bravura nel tenere in equilibrio quelle meccaniche con i loro muscoli, la loro concentrazione, consci che una caduta non può, né deve esistere, che quei tasselli di gomma dovranno superare mille pietre, mille zone fangose per portarli a casa beati per avere superato difficoltà di ogni genere.
Ci sono i mototuristi che passano ore su cartine , mappe virtuali, che tracciano itinerari a volte da sogno (e tali rimangono ahimè..a volte), ma che quando finalmente mettono le ruote su quelle strade ne respirano ogni metro con il ritmo del passista, dove la meta conta poco, ma il percorso per arrivarci è zen puro.
Ci sono i pittori delle curve della domenica, dove l'ebbrezza della piega per la piega, porta a scariche di adrenalina che li porta a perdere gli anni che via via tendono a ridurre la pressione sulla manopola di destra, ma la mente no, quella vuole "tenere aperto" più che si può…
E via così, potremmo continuare per molto (e chiediamo scusa per le tante, tantissime tribù non descritte), ma quello che è certo che una cosa mantiene attive queste tribù: la passione che porta chi ne fa parte a mettersi un casco, e sostenere un ruolo che li cambierà per sempre.
Sono queste tribù a volte in conflitto come quelle dei nativi di molti continenti, che magari si scontrano per futili motivi, ma che in fondo in fondo sanno di appartenere alla stessa matrice, e così dovrebbe essere.
Se l'appartenenza ad una tribù con filosofie diverse ad un altra potrebbe dividerci, o l'amore per un marchio, ci sono cose che ci rendono TUTTI uguali ed è la "battaglia" per i nostri diritti: se un guard rail esprime la sua azione nefasta non distingue tra uno scooterista od un biker, o chi ha una moto da trial, se un comune decide di proibire una zona della propria città a chi ha un motoveicolo, non guarda il marchio sul serbatoio, se una regine decide di applicare un pedaggio su un passo alpino non guarda in faccia né al proprietario del mezzo né ai cavalli che lo stesso esprime.
E' per questo che nasce il Coordinamento: è questo lo "spazio libero" dove non esistono differenze, ma solo la difesa dei diritti di chi vuole vivere la propria passione senza se e senza ma, e per questo si sente unito, simile ad altri come lui, senza guardare il tipo di giubbotto, il casco, la categoria sociale o la professione.
Solo amanti delle due ruote ed un motore e di ciò che queste rappresentano e pronti a difendere fino in fondo ciò che questo rappresenta.
Per fare questo, per superare le reciproche differenze ci vuole una mente aperta, libera, forte della propria passione : sostenere il C.I.M. con la propria adesione è una scelta di rispetto verso noi stessi, una scelta che va oltre a marchi, tribù, strade asfaltate o sterrate.
Uniti e coordinati faremo sempre la differenza, divisi, difendendo solamente il proprio cortile non faremo mai i nostri interessi e subiremo sempre prevaricazioni di ogni genere.
A voi tutti la scelta