FONTE: http://www.cim-fema.it/web/
Nel mirino i dissuasori installati ormai da tutti i Comuni. Il codice della strada impone norme specifiche a partire dall'altezza e dal tipo di arteria. Aumentano le cause civili avviate dai motociclisti.
La cronaca- Vicenza : Alberto, geometra di 40 anni, dapprima si è rivolto alle associazioni dei consumatori per un consiglio, poi nello studio di un legale ed infine ha promosso una causa civile contro il Comune. Il dosso dove si è impennato con la sua moto era alto 9 centimetri: lui è caduto a terra e s'è fatto male. Ora in tribunale chiede i danni.
Quello di Alberto è soltanto uno degli ultimi casi nel Vicentino di utenti della strada che hanno deciso di ricorrere alla giustizia civile contro i dossi artificiali. Questi ultimi, chiamati anche dissuasori, sono spuntati come funghi negli ultimi anni e sono stati installati da molti Comuni in tutta la Penisola. Il motivo è semplice: fanno rallentare la velocità dove i residenti hanno segnalato corse folli, senza che sia necessario posizionare in pianta stabile una pattuglia della polizia locale.
Solo che, a detta dei motociclisti, ma anche delle associazioni dei consumatori, molti manufatti sono fuorilegge. E non hanno tutti i torti : il codice, da questo punto di vista, parla chiaro. Dove sono emersi dubbi di interpretazione è intervenuto in diverse occasioni il ministero dei Trasporti con degli appositi pareri. Uno di questi, dell'ottobre scorso, attribuisce anche piena responsabilità agli enti che installino dossi non in regola. L'articolo 179 del regolamento di attuazione del codice dice che, in funzione del limite di velocità, il dosso cambia le dimensioni. Con limite di 50 chilometri orari, il dosso non dov'essere più alto di 3 centimetri; con limite di 40, altezza non superiore a 5 centimetri; se il limite è 30, altezza 7 centimetri. Oltre non si può andare: i dissuasori più alti di 7 centimetri sono fuorilegge, tanto che si parla di “trampolini” che danneggiano le auto o gli utenti. Più di qualche Comune ha dovuto abbassare quelli realizzati da proprio personale.
Dove si possono mettere ? - I dossi non possono essere installati su tutte le arterie. Non lungo le autostrade, è evidente, ma nemmeno su quelle a scorrimento veloce. «I dossi artificiali - si legge nel regolamento - possono essere posti solo su strade residenziali, nei parchi, nei residences, ecc.; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati». Non solo: attenzione va riservata al rumore che provocano, e pertanto debbono essere realizzati solo di alcuni materiali. Molte amministrazioni si rivolgono ad una ditta privata, che si è fatta autorizzare dal ministero.
Soluzione intelligente ? - Un'altra norma vieta che vengano installati dove passano i mezzi di soccorso, come le ambulanze. «È vietato l'impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento».
I furbetti del Municipio. - Molti Comuni aggirano la norma con una soluzione singolare: sono i passaggi pedonali rialzati, spesso colorati di rosso, dove ci sono le strisce. Questi ultimi non hanno prescrizioni. Se un motociclista cadesse, la responsabilità sarebbe tutta da accertare.
Considerazioni - Rimane il fatto di base per cui se la maggioranza degli utenti delle due e delle quattro ruote avessero un comportamento CIVILE, ovvero mantenessero adeguate velocità nei centri urbani, le amministrazioni comunali non dovrebbero ricorrere a tali mezzi per soddisfare le giuste proteste dei residenti…
Nel panorama della Penisola emerge sempre la soluzione "a posteriori", apparentemente la più facile, ma sovente la meno risolutiva, la meno logica : buon senso ed educazione civica sono SEMPRE la soluzione più corretta, ma richiede sforzi maggiori, partendo da scuola e famiglia.