FONTE http://www.cim-portale.it/
Il programma ICE (In Caso di Emergenza - In Case of Emergency) è stato concepito dal paramedico Bob Brotchie nel maggio 2005. L'idea dietro a questo programma è di permettere ai primi soccorsi (soccorritori, vigili del fuoco, polizia) di identificare le persone e di contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche.
Il consiglio è di tenere nella rubrica del proprio cellulare il numero da contattare, appunto, in caso di emergenza registrandolo sotto il nome ICE.
La proposta ha generato reazioni diverse, alcuni operatori di emergenza lo hanno ritenuto una buona idea, altri lo considerano inutile o pericoloso in quanto scoraggia l'uso di metodi più efficaci. La proposta si diffonde soprattutto su Internet, in particolare come catena di sant'Antonio.
Nei paesi sviluppati, gran parte delle persone possiede un telefono cellulare, e la polizia o i paramedici talvolta lo utilizzano per identificare le vittime di incidenti stradali o di altro tipo. L'idea di ICE è che ognuno metta un contatto di emergenza con il relativo numero nel telefono sotto la parola ICE. Questo permetterebbe al personale d'emergenza di avere un posto fisso dove guardare.
Qualora si vogliano indicare più numeri da chiamare si può usare il seguente formato: ICE1 mamma, ICE2 papà, ICE3 eccetera.
In alcuni paesi viene talvolta proposta una sigla differente (ad esempio ECU per En Cas d'Urgence).
Ne circola anche una versione differente che propone di usare le sigle 1ICE, 2ICE ecc.
A seguito di ricerche effettuate dalla Vodafone che mostravano come meno del 25% delle persone portassero con sé chiare informazioni su chi avrebbero voluto che fosse informato in caso di un grave incidente, nel maggio 2005 è stata avviata una campagna per incoraggiare le persone a fare questo da parte di Bob Brotchie dell'East Anglian Ambulance Service nel Regno Unito.
L'idea ha preso campo dopo gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra.
Purtroppo la proposta ha ricevuto numerose critiche da parte di operatori di emergenza. Ad esempio, la Federazione Cantonale Ambulanze del Canton Ticino si è detta dubbiosa sull'efficacia e legalità della proposta.
I problemi del sistema sono:
1. in caso di emergenza il soccorritore si deve occupare del ferito e non del telefonino
2. il cellulare è un oggetto che spesso si rompe in caso d'incidente
3. nessun corso insegna ai soccorritori come si accede alla rubrica di ogni marca e modello di cellulare
4. frugare nella rubrica del cellulare potrebbe essere considerata una violazione perseguibile della privacy
5. la sigla ICE funziona in inglese, ma non in altre lingue
6. se il telefonino è spento, bloccato con un PIN o scarico il sistema è inutile
7. ci sono varie proposte contrastanti (ad esempio 1ICE, 2ICE ecc.)
Aggiungere la voce ICE al proprio cellulare potrebbe scoraggiare dall'uso di precauzioni ben più efficaci (come un foglio di carta con riportati i contatti dei parenti e le proprie notizie mediche).
Per questo motivo, il LAFD (Los Angeles Fire Department) raccomanda di usare questo metodo solo dopo aver inserito le stesse informazioni nel proprio portafoglio.
Se non lo avete mai fatto, prendete un cartoncino e magari al computer (caratteri leggibili) segnate il classico "IN CASO DI EMERGENZA CHIAMARE <nome> <qualifica del genere mamma, papà, moglie, etc..> <numero di telefono>" e mettete lo stesso insieme alla carta d'identià (portafoglio, portadocumenti); le tecnologie, sovente, quando dovrebbero servire, ci tradiscono!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione