FONTE http://www.cim-fema.it/web/
Ovvero come poter continuare a guidare la moto senza rischi aumentando la propria coscienza sulla strada.
Si parte da un principio che guarda caso è alla base di molti incidenti che vede coinvolti i mezzi "deboli" della strada, ovvero bisogna considerarsi invisibili: le auto non guardano, non vedono, non notano i motociclisti, si aspettano sempre e soltanto di incontrare altre auto.
Mai dare per scontato che l’automobilista che ci sta di fronte ci abbia visto nello specchietto retrovisore!
In molti (troppi) casi lo specchietto serve per rifarsi il trucco e/o per guardare chi ci sta dietro.
Anche lampeggiare facendo i "fari" è inutile: quando c’è il sole, anche al tramonto, il faro della moto (anche se bello potente) non si vede; e se si vede: non ci faranno caso comunque, magari troppo impegnati a fare spettegolezzi al cellulare!
Addirittura, di notte, un lampeggio con gli abbaglianti viene spesso interpretato dall’automobilista come se la moto abbia preso una delle 400.000 buche per centimetro quadrato delle strade italiane; oppure come un’accelerazione improvvisa (che fa alzare il frontale della moto).
Mai sorpassare nelle strade con incroci o altre strade secondarie che s’immettono, anche e soprattutto fuori città e anche se sono deserte: questo perché il l'automobilista non si rende conto che da quando (spesso NON) vede la moto a quando questa gli passa davanti trascorre solo un attimo.
Le auto sovente s’immettono comunque senza controllare se arriva qualcuno in sorpasso (anche perché in realtà non si potrebbe sorpassare).
Spesso s’immettono truccandosi, telefonando o sgridando i mocciosi che si scaccolano sui sedili posteriori!
Se poi c’è un’altra auto che impedisce la visuale c’è il rischio che “buttino fuori il muso” per sbirciare.
Non state troppo a destra (soprattutto nelle strade urbane): questo consiglio è in disaccordo con le regole della strada, ma, fidatevi, in Italia tenersi troppo a destra guidando la moto è un’acrobazia.
Ci sono le peggiori buche (a destra); ci sono gli apritori selvaggi di portiere; i tombini in dislivello di una pertica, la sabbia e i bambini che sbucano improvvisamente con le dita nel naso.
Rimanendo moderatamente al centro della corsia si ha maggior spazio a disposizione per manovrare in caso di imprevisti.
Occhio agli specchietti soprattutto prima del sorpasso: una moto senza specchietti retrovisori, o con gli specchietti praticamente inesistenti, sarà anche “alla moda”, ma chi la guida fuori pista è certamente un idiota; e la moto in questione è inutilizzabile.
Questo perché a meno che non si sia posseduti dal demonio come la ragazzina de “l’esorcista”: non si può girare la testa completamente all’indietro, ma è indispensabile poter controllare cosa succede alle proprie spalle prima di spostarsi di corsia o effettuare altre manovre invasive.
Inoltre è utile anche (e non solo) voltarsi per gettare un’occhiata veloce alla propria “zona cieca” (si, anche le moto ce l'hanno) prima di immettersi tramite le corsie di accelerazione, per es., o prima di svoltare o di uscire dalle rotonde, soprattutto nei luoghi trafficati.
In inglese questa “girata di testa” è detta (non a caso) “lifesaver check” (letteralmente: “controllo salvavita”).
Una consistente parte degli incidenti stradali in moto coinvolge anche un’auto e sono causati dalle mancate precedenze (anche tra corsie; di auto che non vedono la moto).
Gli specchietti sono utili, ma non sono infallibili.
Oggi molte auto moderne montano specchietti che limitano al minimo la “zona cieca”: in moto non se ne vedono ancora, ma soprattutto sono vincolati al cupolino od al manubrio e non sempre inquadrano tutta la zona necessaria.
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione